In un interessante articolo sul Corriere, Dario Di Vico ci ricorda come la realtà, molto spesso, per quanto riguarda il nostro Paese, sia diversa dalle opinioni. I sondaggi, quindi, quasi sempre ci rappresentano una situazione non rispecchiata dai comportamenti quotidiani o dai dati macro-economici.
Partendo da questi, negli ultimi 12 mesi il numero dei nuovi contratti di lavoro è aumentato di circa 670.000 unità, di cui oltre la metà a tempo indeterminato, portando la forza lavoro italiana oltre i 23 ML di persone, praticamente ai massimi di sempre. In aumento anche le ore lavorate (+ 6,7%), mentre è finito il periodo critico del lavoro autonomo, con centinaia di migliaia di persone che avevano chiuso l’attività.
L’aspettativa di vita, dopo la fase critica del Covid, è tornata a crescere, posizionandosi a 82,9 anni. E ben il 46% degli italiani dichiarano di essere molto soddisfatti della vita che conducono.
Il PIL del 1° trimestre, che in un certo momento sembrava addirittura negativo, seppur di poco alla fine è cresciuto (+ 0,1%).
Non si ferma neanche la crescita della ricchezza delle famiglie italiane: nell’ultimo anno, i depositi bancari sono aumentati di un altro 4,9%, per oltre € 87 MD. In crescita anche i prestiti ad aziende e famiglie, che hanno fatto registrare un + 2,8%.
Ma forse il dato che rende maggiormente l’idea, anche perché può essere osservato da tutti, è l’aumento del traffico stradale/autostradale: nonostante il continuo calo delle immatricolazioni e i considerevoli aumenti della benzina, a maggio sulle strade/autostrade italiane ha girato il 16% di veicoli in più rispetto allo stesso periodo del 2021, percentuale che al nord ha toccato il + 18%. Per non parlare di quanto succede nei we, con le città turistiche e balneari invase da turisti, ristoranti in cui è difficile trovar posto, treni spesso al completo, etc.
Eppure il “percepito” degli italiani è quello di una situazione di crisi,
Certo in questo senso si fa sentire il “peso” della guerra a poche centinaia di km dai nostri confini, come le preoccupazioni derivanti dall’inflazione, ormai al centro delle discussioni mentre si sorseggia un caffè al bar (quest’anno non ci sarà il “diversivo” dei mondiali di calcio, vista la nuova esclusione della nostra nazionale….), come la crisi energetica. Probabilmente anche la caduta dei mercati finanziari, che in questi primi 6 mesi ha toccato tutti gli asset e tutti i Paesi, contribuisce al pessimismo, trasmettendo un’idea di minor benessere e facendo intravedere un futuro forse ancora più difficile di quanto non sia. In questo senso ci stiamo, forse, “americanizzando”: tutti sappiamo la predisposizione dei cittadini di quel Paese agli investimenti azionari e quanto l’andamento dei mercati finanziari (insieme a quello del prezzo della benzina….) possa influenzare le scelte al momento delle elezioni presidenziali. Un positivo andamento dei listini, insieme al “controllo” dei prezzi del carburante (per gli americani l’auto è una “seconda casa”, visto l’ampio utilizzo che ne fanno), trasmette molto spesso una percezione di ricchezza e di stabilità più ancora del reddito che deriva dallo svolgimento di un’attività o di un lavoro.
Come non aiuta la discussione sull’imminenza o meno di una recessione o della crisi che potrebbe derivare da un blocco ancora maggiore delle forniture di energia dalla Russia dopo la forte diminuzione dei flussi dalla scorsa settimana, con cali nell’ordine del 40/50% per la Germania (dove si sta iniziando a parlare di razionamento) e, in misura leggermente minore, per l’Italia.
Dove, invece, il razionamento, almeno nelle regioni del Nord, potrebbe riguardare le forniture idriche, visto lo stato di crisi in praticamente tutta l’area per la siccità, con i bacini fluviali ormai ridotti a torrenti, se non addirittura in secca. Con una conseguenza, tra l’altro, non così indifferente per l’equilibrio dell’ecosistema: con la portata dei fiumi ormai ridotta, in molti casi, dell’80 e più per cento, il rischio è che, alle loro foci, risalga il “cuneo salino”. Il Po’, per esempio, a Comacchio in questi giorni ha una portata di 170 metri cubi al secondo (in tempi normali è a circa 1.500 metri cubi): la soglia “critica” per la risalita dell’acqua marina è a 450 metri cubi al secondo. Quindi, nei primi chilometri (gli ultimi se si parte dalla fonte), ormai è come se si fosse in mare….
Le preoccupazioni economiche non hanno impedito ai mercati americani di chiudere la giornata di ieri in territorio ampiamente positivo, con il Nasdaq a + 1,47% e il Dow Jones a + 0,64% (S&P 500 + 0,95%).
La settimana si chiude positivamente anche per gli indici asiatici: Nikkei + 1,23%, Shanghai + 0,87%, Hong Kong, ancora una volta trascinata dai titoli tech, + 2,10%. Il rialzo contribuisce al buon andamento della settimana borsistica di tutte le piazze asiatiche.
Questa mattina futures ampiamente positivi ovunque, con rialzi vicini all’1%.
Segnali di stabilità per le quotazioni del petrolio, con il WTI sempre in area $ 104 (104,46).
Gas naturale americano sulla soglia dei $ 6 (- 3,37%), mentre, di contro, non si arrestano le quotazioni di quello europeo (€ 127,35 al megawattora, + 1.51%).
Oro a $ 1.823,90, senza spunti particolari.
Spread in rialzo, a 210 bp. Con la giornata di ieri, dedicata agli Istituzionali, si è chiusa la sottoscrizione del BTP Italia: la raccolta è stata pari a € 9,4 MD, il dato maggiore tra tutte le emissioni a parte il record del 2020, quando furono raccolti circa € 23 MD. Il MEF ha confermato il tasso reale fissato lunedì all’1,6%.
€/$ stabile a 1,0536.
Spunto del Bitcoin, che si riaffaccia verso $ 21.000 (20.806, + 1,35%).
Ps: su tutti i quotidiani oggi trovano ampio spazio le immagini e la notizia del salvataggio avvenuto in piscina, durante la gara del nuoto sincronizzato ai mondiali in corso di svolgimento a Budapest, della nuotatrice americana Anita Alvarez da parte della sua allenatrice Andrea Fuentes. La cosa che stupisce, al di là della prontezza di riflessi dell’allenatrice, è la lentezza dell’apparato organizzatore: gli addetti alla sicurezza, infatti, prima di intervenire devono attendere l’ok da parte dell’arbitro. Che, evidentemente, non aveva ben capito la gravità della situazione e il pericolo in cui si trovava l’atleta. Forse la “burocrazia” non è un male solo italiano verrebbe da dire….